Nel mese di giugno il lago di Santa Luce si è trasformato in una nursery.
Grazie ad una stagione piovosa, quasi tutte le specie nidificanti alla Riserva sono alla loro seconda covata.
Ciò dimostra la capacità di resilienza di un ecosistema, in questo caso del lago di Santa Luce.
I piccoli di germano reale, folaga, svasso maggiore e tuffetto, accompagnati dai loro genitori, escono ed entrano freneticamente dal canneto alla scoperta di questo enorme specchio d’acqua. Pronti a ritornare velocemente nel nido al richiamo di allarme di uno dei genitori: imparando così le regole fondamentali della sopravvivenza.
I piccoli di svasso maggiore sono avvantaggiati perché si possono nascondere sul dorso di uno dei genitori. Questa specie infatti nasconde i propri piccoli tra le ali e il dorso quando inizia a farli uscire dal canneto.
Le cince, i merli, gli usignoli di fiume, i cannareccioni e le cannaiole hanno portato a termine la seconda covata con successo. Gli insetti infatti in questo periodo abbondano grazie alle piogge che hanno caratterizzato questi mesi.
I giovani di airone rosso e tarabusino, lenti e sospettosi, invece spuntano come canne dal folto della vegetazione riparia, imitando i propri genitori nel mimetizzarsi e sperimentando le tecniche di caccia apprese, seguiti dagli occhi vigili degli adulti.
I nuovi nati di rondine, rondone e balestruccio cacciano in voli acrobatici zanzare, mosche e altri insetti, preparandosi al lungo viaggio che li attende verso sud. Nel frattempo i giovani nati a marzo aiutano i genitori ad allevare i fratelli nati a maggio.
I pomeriggi alla Riserva sono scanditi dai richiami di giovani di civetta alle prese con le manovre di caccia: trascorreranno l’estate ad imparare a predare piccoli rettili e insetti, aiutati almeno fino ad agosto dai loro genitori, dopo dovranno cavarsela da soli.
Anche la volpe è impegnata nell’allevamento dei suoi cuccioli, che hanno imparato a predare gabbiani giovani e piccoli mammiferi, ma anche a cibarsi di frutta e insetti in mancanza di prede più appetibili.
Dopo il disastroso prosciugamento avvenuto il 12 agosto del 2012, l’ecosistema lacustre sta riprendendo vita e i delicati e complessi equilibri ecologici lentamente si ristabiliscono. Dovremo attendere ancora diversi anni perché la ricchezza di vita che caratterizzava il lago di Santa Luce, torni alla sua massima espressione.
Non basta un anno di copiose precipitazioni e di numerose nascite per affermare che il risanamento ambientale è compiuto.
La biodiversità, che sta alla base di ogni ecosistema sano, è come una fitta rete di maglia, se un filo si spezza gli altri si allentano fino a sciogliere la rete. Ricucirla non è semplice, cosi come è difficile ripristinare la fitta rete di relazioni e legami tra tutti coloro (piante e animali – uomo compreso -) che abitano in un ambiente.
La LIPU guarda con approvazione gli incontri tra Regione Toscana, Società Solvay, Provincia di Pisa e Comune di Santa Luce per un’ intesa comune e condivisa nel tutelare un SIC ( Sito di Importanza Comunitaria ) come la Riserva Lago di Santa Luce e l’associazione vigilerà affinché le norme per la sua conservazione siano più rigide e rispettate.
Nel frattempo osserviamo questi nuovi nati che si affacciano alla vita!
Foto – giovane di folaga –
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