Questa è la storia di un uomo, un amico,
Marco Verdone, medico veterinario omeopata, che da oltre 20 anni lavora nell’isola-carcere di Gorgona dove le persone recluse hanno la possibilità di interagire con piante e animali.

Il lungo percorso professionale lo ha portato a rivedere il suo ruolo e a promuovere, oltre al rispetto degli animali presenti, una riflessione riguardo alla relazione che gli umani stabiliscono con gli altri animali.

La maggior parte degli animali cosiddetti da reddito termina la loro breve vita in modo oggettivamente violento dentro un macello. Questa pratica costituisce un problema aperto e a maggior ragione in un luogo come il carcere dove bisogna offrire modelli relazionali fondati sulla nonviolenza.

La riflessione etica, iniziata diversi anni fa, ha visto come una delle tappe la stesura di una Carta dei diritti degli animali di Gorgona inserita nel libro a più voci «Ogni specie di libertà» (ed. Altreconomia Edizioni).

Il percorso è in atto nel tentativo anche di non dimenticare i legami tra condizione umana e condizione animale.
Marco racconta “… e quindi ho dovuto fare i conti con la mia coscienza, in particolare la mia coscienza professionale. Perché come medico che non deve nuocere, in realtà io stavo curando i miei pazienti per poi portarli, nel modo di maggiore salute possibile, alla morte.”

Ecco alcuni dei suoi piccoli e grandi passi su quest’isola, la Gorgona:

 

Un Nuovo Progetto

Marco sta cercando di introdurre nel carcere di Gorgona un modello rieducativo alternativo e sostitutivo a quello attuale, che comunque prevede un atto violento, quale quello attuato nel macello dell’isola.

Come Marco crediamo che la rieducazione debba escludere ogni azione violenta, per poter ricongiungersi in armonia con ogni essere vivente.

Questo il suo sito http://www.ondamica.it/