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Durante i consueti controlli di monitoraggio sulla fauna selvatica dell’area protetta da parte dei volontari e operatori della Lipu, sono state scoperte e individuate zone di pesca abusiva, così come accaduto negli anni dal 2010 al 2012.

Negli 8 punti individuati, sono stati trovati alberi e arbusti tagliati per creare appostamenti di pesca e molti rifiuti, prontamente rimossi dai volontari della Lipu, come lenze, ami, galleggianti, plastica, bottiglie, lattine, reti in metallo, reti da pesca, materassi, teli, indumenti, scarpe.
Nella riserva vige il divieto di pesca integrale istituito dalla Provincia di Pisa nel 2013.

Oltre ad essere in presenza di una violazione normativa, siamo anche di fronte ad un costante inquinamento ambientale e provocato danno alla fauna selvatica della riserva, soprattutto su pesci e uccelli acquatici, che possono trovarsi imbrigliati nelle lenze oppure ingerire ami e plastica, provocandone la morte.

In questi anni diversi esemplari di airone cenerino, svasso maggiore, cormorano e gabbiano reale sono stati trovati in tali situazioni, soccorsi e salvati dalla Lipu nel Centro di recupero Uccelli Marini e Acquatici di Livorno.

La situazione è stata segnalata e denunciata ai Carabinieri Forestali di Riparbella e alle GAV della zona, che hanno già effettuato il primo intervento sanzionatorio con sequestro, in una delle zone individuate.

La Lipu sta lavorando per valorizzare maggiormente la riserva naturale, recuperando con l’educazione ambientale, il birdwatching, l’istallazione di nidi artificiali per la fauna selvatica e le visite guidate, queste zone liberate dalla pesca di frodo. L’obiettivo della Lipu è ridare il giusto ruolo e la giusta dignità alla riserva naturale Lago di Santa Luce: uno scrigno di biodiversità in un territorio che merita bellezza, salute, rispetto, legalità.

La missione e l’impegno della Lipu nella Riserva naturale del Lago di Santa Luce si appoggia sui volontari e operatori. Non c’è alcun appoggio e contributo pubblico da parte degli Enti che per legge hanno l’obbligo di gestire la Riserva regionale, tutelarla e renderla fruibile per la comunità.

L’unico appoggio che permette all’associazione di essere ancora presente sul territorio, con tutti i sui servizi di accoglienza visitatori, manutenzione strutture, recupero fauna, educazione ambientale, monitoraggio ambientale, presidio di tutela e conservazione, è offerto dalla Società Solvay, con un accordo firmato, che ne regola accesso e gestione per quanto riguarda le attività sopraccitate, in relazione alle norme sulla sicurezza.

Facciamo un appello alla Regione Toscana affinché questa e tutte le altre riserve, la cui gestione ricade nelle proprie competenze, siano valorizzate, protette e conosciute, perchè beni indisponibili dei cittadini e quindi dello Stato.