La Riserva naturale Lago di Santa Luce ha visto scomparire nelle ultime settimane l’anima del suo ecosistema: la risorsa idrica.
Questo è il grido di allarme dalla Riserva naturale Lago Santa Luce. Lo lanciano la Solvay Italia, la Provincia di Pisa e la LIPU alla luce della grave crisi idrica che nelle ultime settimane ha colpito l’intero comprensorio.
I sintomi che si erano già presentati nei mesi scorsi non lasciavano prevedere le conseguenze che si stanno verificando e che determinano una situazione di vera e propria emergenza con sofferenza della flora e della fauna, con moria di pesci e abbandono dell’area protetta per la maggior parte delle specie animali (dagli uccelli agli Insetti, ai Rettili ed Anfibi).

Le cause sono da indivuduare nella scarsa piovosità dell’ultimo anno che peraltro a coinvolto gran parte de territorio regionale. Il clima ha avuto un ruolo fondamentale nella vita del Lago di Santa Luce da sempre, dato che si tratta di un bacino di origine artificiale. Il lago ha spesso conosciuto estati siccitose e i livelli idrici sono sempre diminuiti a causa dell’elevata evaporazione e a causa della mancata portata d’acqua del fiume Fine che d’estate, come di consueto, si prosciuga. Gli inverni nella zona sono in media piovosi e questo ha sempre favorito un rialzo dei livelli del lago, grazie alla portata del fiume Fine e di altri 3 torrenti minori: il Sabbiena, il Rotini e il Riseccoli.

Nell’inverno 2011/2012 le precipitazioni sono state molto inferiori alla media e ciò ha influito negativamente sulla portata d’acqua del fiume Fine e conseguentemente sui livelli del lago. Con l’arrivo della primavera le cose non sono migliorate. Il lago è arrivato ad affrontare l’estate con livelli idrici ben al di sotto della media stagionale fino ad arrivare al prosciugamento nei giorni scorsi.
Tale abbassamento, con tutta probabilità, e’ stato accelerato dal prelevamento di acqua dal lago, ad opera della Società Solvay, anche per mantenere il corpo idrico del fiume Fine dopo il canale di invaso: procedura a cui la Società e’ soggetta ai sensi di legge, in base alla legislazione regionale in materia di mantenimento dei corpi idrici.

E’ importante evidenziare anche che, nel contempo, Solvay stessa ha significativamente ridotto i prelievi di acqua destinati a uso industriale, proprio per cercare di prevenire o comunque di ritardare il più possibile l’attuale scenario.

Questa situazione richiede una serie di interventi di risanamento ambientale al fine di garantire la sicurezza dell’area. Questi interventi sono iniziati lunedì 13 agosto 2012 e sono tutt’ora in atto. Essi sono svolti in collaborazione e congiuntamente tra Solvay Italia, Provincia di Pisa e LIPU, essendo la Riserva naturale gestita dai tre soggetti attraverso una convenzione triennale.

Adesso occorre agire su due livelli. Il primo legato all’emergenza e il secondo per evitare per quanto possibile, in futuro, il ripetersi di un evento simile. Per questo motivo, Solvay, Provincia e LIPU, nello spirito della collaborazione, si muoveranno per organizzare un tavolo tecnico con la partecipazione di altri soggetti coinvolti ed interessati nella gestione dell’area protetta (Regione Toscana ed Arpat, Comune di Santa Luce, Università di Pisa, ASL, eccetera) fin dalle prossime settimane. Con lo scopo, appunto, di concordare e poi organizzare una modalità operativa e gestionale per salvaguardare il proseguimento delle attività industriali e scongiurare, nelle prossime estati, il drastico abbassamento del livello idrico del Lago e i conseguenti problemi agli habitat e alle specie animali e vegetali.

I cambiamenti climatici sono oggi sempre più un problema prioritario con ricadute critiche sul declino della biodiversità, sulla funzionalità degli ecosistemi e quindi sulla vita dell’uomo.

I cambiamenti climatici hanno influenzato (e stanno influenzando) l’ecosistema del lago di Santa Luce portandolo al collasso. I primi effetti in primavera si sono avuti sull’avifauna. Le osservazioni e i monitoraggi del personale LIPU hanno constatato che specie come gli svassi maggiori, folaghe e tuffetti, presenze numerose e stanziali al lago, sono diminuite fino a scomparire perché il loro habitat era scomparso: i canneti allagati. All’inizio dell’estate specie nidificanti provenienti dall’Africa, come il tarabusino, i cannareccioni, non si sono fermate per nidificare: la vegetazione riparia sta scomparendo per la siccità. Le specie quindi sono state costrette a spostarsi e modificare la loro distribuzione geografica, abbandonando l’area del Lago e dirigendosi verso altre zone.

Il Lago di Santa Luce è una zona umida primaria per la fauna locale e un habitat di elezione per la presenza di numerose specie di uccelli acquatici e importante sito lungo la rotta migratoria, nonché nodo strategico nel sistema delle aree protette provinciali e regionali in termini di biodiversità. Nel 1992 il lago diventa Oasi LIPU, nel 2000 Riserva naturale Provinciale Lago di Santa Luce e nel 2009 SIC (Sito di Importanza Comunitaria “Lago di Santa Luce” ). Sono oltre 150 le specie ornitiche osservabili nell’arco dell’anno.

A livello regionale 27 sono le specie osservate inserite nella Lista Rossa degli uccelli nidificanti in Toscana, mentre a livello europeo, sono 40 le specie inserite nel rapporto Birds in the European Union (2004) di BirdLife International, sullo status di conservazione dell’avifauna: 32 specie SPEC 3 (Specie non concentrate in Europa, ma con uno status di conservazione sfavorevole); 8 specie SPEC 2 (specie concentrate in Europa e con uno status di conservazione sfavorevole).

Questi dati per descrivere cosa il lago di Santa Luce significava per la tutela e la conservazione della BIODIVERSITÀ non solo locale, ma nazionale ed europea.